La sindrome del colon irritabile è un disturbo funzionale dell’intestino caratterizzato da dolore o crampi addominali ricorrenti e alterazioni del transito intestinale, in assenza di lesioni organiche evidenti. Chi ne soffre lamenta spesso gonfiore, meteorismo e senso di pienezza soprattutto dopo i pasti.
Sintomi
I sintomi tipici includono dolore addominale che migliora dopo l’evacuazione, urgenza di evacuazioni ripetute e ravvicinate, alternanza di fasi di stitichezza e diarrea, e feci dall’aspetto mucoso. In molti casi compaiono anche affaticamento, disturbi del sonno e malumore, collegati allo stress cronico e all’irritazione intestinale di basso grado.
Le cause del colon irritabile non sono del tutto note, ma risultano implicate diverse componenti. L’asse intestino-cervello gioca un ruolo chiave: ansia, tensione e fattori emotivi possono alterare la motilità intestinale e aumentare la sensibilità al dolore. Anche la dieta è determinante: alcuni alimenti irritanti o ricchi di zuccheri e carboidrati fermentabili (FODMAP) possono scatenare i sintomi in soggetti predisposti. Un altro aspetto importante è lo squilibrio del microbiota intestinale (disbiosi), che può favorire lievi infiammazioni mucosali e alterare la funzione digestiva. Fattori ormonali (es. variazioni mestruali) o infezioni gastrointestinali pregresse possono innescare l’insorgenza del disturbo. In sintesi, il colon irritabile nasce dall’interazione tra stress, alimentazione, flora batterica e altri fattori, dando origine al quadro clinico caratteristico.
Approccio integrato e stile di vita
Gestire il colon irritabile richiede un intervento su più fronti. In particolare:
- Alimentazione equilibrata: suddividere i pasti in porzioni leggere e regolari, riducendo zuccheri raffinati, alcol e cibi piccanti o fritti e prestare attenzione ai FODMAP. Prediligere frutta, verdura cotta e cereali integrali, ricchi di fibre solubili e insolubili che favoriscono la regolarità. Inserire cibi fermentati (come yogurt e kefir) per fornire fermenti lattici naturali utili a riequilibrare la flora intestinale.
- Attività fisica regolare: anche semplici passeggiate quotidiane, stretching o yoga stimolano la motilità intestinale e contribuiscono a ridurre la tensione nervosa.
- Gestione dello stress: praticare tecniche di rilassamento (respirazione profonda, meditazione, mindfulness) aiuta a calmare il sistema nervoso, attenuando i crampi addominali e migliorando la risposta dell’organismo.
- Buone abitudini quotidiane: mangiare lentamente e dedicare tempo alla digestione; bere acqua a sufficienza (ma non eccessivamente durante i pasti) per supportare la digestione. Non ignorare lo stimolo a evacuare e, al momento dell’evacuazione, assumere una posizione confortevole (ad esempio appoggiando i piedi su uno sgabello per favorire l’angolo naturale del colon).
Integrazione nutrizionale NMI
In aggiunta alla dieta e allo stile di vita, possono essere utili integratori mirati.
- Nutrigut è formulato con L-glutammina, colostro e antiossidanti naturali (baobab, Garcinia) per nutrire e rigenerare la mucosa intestinale: favorisce la regolarità del transito e rafforza le difese immunitarie locali.
- Floragut combina diversi ceppi probiotici con fibre prebiotiche e ingredienti rigeneranti, contribuendo a ripopolare la flora batterica intestinale e ad attenuare gonfiore e crampi addominali.
- Leakygut aiuta a riparare la parete intestinale in caso di permeabilità aumentata (leaky gut), sostenendo la rigenerazione della mucosa.
- Flogut, a base di Boswellia, Uncaria, Zinco e L-Glutammina, svolge un’azione antinfiammatoria concentrata che lenisce la mucosa e favorisce il benessere delle pareti intestinali.
- Ansirel, contenente erbe rilassanti (iperico, genziana, lavanda), supporta il rilassamento psicofisico, riducendo ansia e nervosismo spesso associati ai disturbi del colon.
In conclusione, il colon irritabile richiede un percorso personalizzato che combini alimentazione equilibrata, regolare attività fisica, gestione dello stress e, quando serve, supplementi mirati. Se i sintomi sono persistenti o invalidanti, è opportuno rivolgersi a un professionista della salute (medico, nutrizionista o terapeuta) per una consulenza dedicata, in modo da identificare le cause specifiche e ottimizzare l’approccio terapeutico integrato.
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