L’infiammazione è una risposta di difesa fondamentale per il nostro organismo. Si manifesta in diverse forme, ognuna con caratteristiche specifiche.
Infiammazione acuta, cronica e di basso grado
L’infiammazione acuta compare rapidamente (nel giro di giorni o meno) con sintomi evidenti come arrossamento, gonfiore e dolore, e solitamente si risolve una volta guarita la lesione. Se persiste per settimane o mesi, diventa cronica: il processo infiammatorio si protrae oltre il normale tempo di guarigione, spesso con segni meno evidenti e talvolta latenti.
Tra questi due estremi si colloca l’infiammazione “di basso grado”: un’infiammazione subdola perché sistemica ma silenziosa e subclinica, che rimane attiva a bassa intensità senza manifestare i classici segni acuti. Questo stato cronico e silente tiene il corpo “in costante stato infiammatorio non rilevabile attraverso gli esami del sangue”, causando danni progressivi ai tessuti nel tempo. In pratica, l’infiammazione di basso grado non dà i sintomi tipici (calore, dolore acuto ecc.), ma puo creare disturbi di tipo funzionale e può essere il varco per problematiche più importanti di tipo patologico. mantiene costantemente alte alcune molecole e cellule immunitarie mediatrici del processo infiammatorio, accelerando a lungo termine lo sviluppo di malattie croniche come diabete, cardiopatie, tumori e malattie neurodegenerative.
Infiammazione di basso grado e disfunzioni intestinali
Un’infiammazione di basso grado a livello intestinale può agire da “miccia” che scatena disbiosi e alterazioni prima funzionali ma che poi possono evolvere e cronicizzare. Anche in assenza di episodi infiammatori evidenti (come una gastroenterite acuta), modifiche persistenti della flora intestinale o della barriera mucosa possono innescare una risposta infiammatoria prolungata.
Nei casi di sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e di malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), studi clinici hanno documentato un’aumentata presenza di citochine pro-infiammatorie e cellule immunitarie attivate nel tessuto intestinale. Questa infiammazione subclinica altera la motilità e la sensibilità intestinale, causa sintomi come dolore addominale, gonfiore e alterato transito, e predispone a quadri cronici di disfunzione gastrointestinale. Il mantenimento di uno stato infiammatorio, anche se lieve, impedisce la normalizzazione della mucosa e favorisce una spirale di disbiosi (perdita di equilibrio del microbiota intestinale) che alimenta ulteriormente l’infiammazione e malfunzionamento intestinale.
Sensibilità alimentari e Infiammazione intestinale
Molti alimenti possono scatenare o mantenere lo stato infiammatorio intestinale in soggetti predisposti. Le reazioni non allergiche a cibi comuni (food sensitivities) provocano disturbi intestinali con meccanismi immunitari o fermentativi che alimentano l’infiammazione. Tra i cibi più critici ci sono:
- Glutine e cereali (anche senza celiachia conclamata): il glutine può aumentare la permeabilità della mucosa e innescare risposte immunitarie lievi ma croniche.
- Lattosio e latticini: in caso di intolleranza il lattosio fermenta nell’intestino, causando irritazione e infiammazione.
- Alcuni pseudo-cereali e legumi ricchi in fruttani e galattani (FODMAP): cipolla, aglio, legumi, segale, farro. Una fermentazione eccessiva di questi carboidrati può dare gas, gonfiore e reazioni immunitarie locali.
- Solanina e alcaloidi delle Solanacee (pomodori, patate, melanzane): in soggetti sensibili, le lectine e gli alcaloidi vegetali possono irritare la mucosa intestinale.
- Polioli (sorbitolo, mannitolo ecc.) presenti in frutta come mele, pere, carrube, e in edulcoranti artificiali: sono noti per causare fermentazione intestinale e infiammazione in chi ha IBS o disbiosi.
- Proteine dell’uovo (in particolare l’albumina): alcune persone sviluppano infiammazione intestinale latente se esposte a queste proteine.
Questi alimenti, da soli o in combinazione, possono creare “micro-infiammazioni” intestinali: anticorpi e citochine reagiscono a frammenti alimentari che attraversano la barriera, e l’attivazione immunitaria cronica altera la funzione della parete intestinale. Ne consegue un circolo vizioso di permeabilità (nota come leaky gut o intestino permeabile) e infiammazione persistente.
Approccio integrato per prevenire la cronicizzazione
Intervenire precocemente è fondamentale per interrompere il processo infiammatorio prima che diventi cronico. Un medico di nutrizione integrata personalizza il piano terapeutico che comprende:
- Una dieta mirata antinfiammatoria, rimuovendo subito cibi scatenanti e inserendo alimenti ricchi di nutrienti protettivi.
- Correzioni dello stile di vita (esercizio moderato, sonno regolare, controllo del peso).
- Integrazione nutrizionale (vitamine, minerali, antiossidanti).
Un intervento integrato così mira a ripristinare la tolleranza immunitaria intestinale e a spegnere le fonti di irritazione continuativa. Tecniche come esercizi di respirazione profonda, meditazione o biofeedback sulla variabilità della frequenza cardiaca (HRV) sono utilizzate per potenziare il tono vagale, ovvero l’attività del nervo vago. Il potenziamento vagale stimola infatti i meccanismi anti-infiammatori naturali dell’organismo e aiuta a riportare alla calma il sistema immunitario intestinale.
Fattori genetici e ambientali
Le IBD (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa) sono esempi tipici di come geni e ambiente si combinano. Infatti, esiste predisposizione genetica (mutazioni note in oltre 200 geni di rischio) ma senza un “colpo scatenante” esterno la malattia spesso non si manifesta.
Tra i fattori ambientali riconosciuti ci sono:
- Tossici alimentari e industriali (metalli pesanti, pesticidi, inquinanti organici).
- Uso scorretto di farmaci e antibiotici (che distruggono il microbiota).
- Carenze nutrizionali.
- Agenti infettivi (virus, batteri, parassiti intestinali).
- Anche il fumo di sigaretta e forti stress psicologici rientrano nei fattori di rischio noti.
Tutti questi elementi possono alterare la flora e la barriera intestinale, innescando una risposta immunitaria anomala nel tessuto intestinale. Col progredire nel tempo, questa infiammazione cronica può sfociare in vere e proprie malattie infiammatorie intestinali (MICI/IBD) nei soggetti geneticamente suscettibili.
Nutrizione antinfiammatoria e rimedi integrati
Per “resettare” la risposta immunitaria intestinale il punto di partenza è sempre l’alimentazione. Una dieta ricca di cibi antinfiammatori (verdure colorate, frutta di bosco, pesce ricco di omega-3, legumi ben tollerati, olio extravergine di oliva, frutta secca non tostata, spezie come curcuma e zenzero) riduce il carico pro-infiammatorio sull’intestino.
Allo stesso tempo, alcuni fitoterapici e nutraceutici offrono un’azione mirata:
- La Boswellia serrata e l’Uncaria tormentosa sono note per le loro proprietà antinfiammatorie a livello intestinale.
- La L-Glutammina è il nutrimento preferito delle cellule della mucosa intestinale e aiuta a riparare la barriera.
- Lo Zinco sostiene la guarigione dei tessuti.
- Il colostro bovino e i probiotici rafforzano le difese locali.
In fase acuta e cronica, approcci integrati abbinano questi rimedi naturali a vitamine antiossidanti come A, D, C, E; acidi grassi omega-3. L’obiettivo è abbassare l’infiammazione dall’interno, ristabilire il microambiente intestinale ottimale e prevenire l’esaurimento del sistema immunitario che conduce alla cronicizzazione.
Integratori NMI per il “Riequilibrio Intestinale”
La linea “Riequilibrio Intestinale” offre integratori specifici per sostenere tutto questo percorso. Questi prodotti sinergici sono formulati per ridurre l’infiammazione e riparare il tubo digerente in modo naturale.
Ad esempio:
- Flogut (Boswellia serrata, Uncaria tormentosa, Zinco gluconato e L-Glutammina) è concepito come un vero “antidolorifico” naturale per l’intestino: la Boswellia agisce come antinfiammatorio cronico che protegge la mucosa, l’Uncaria modula il sistema immunitario intestinale, lo Zinco ripara la barriera (“leaky gut”) e la Glutammina nutre le cellule di rivestimento intestinale.
- Floragut combina Boswellia e Glutammina con probiotici (Bifidobatteri vari) e prebiotici (FOS) e colostro: aiuta a ricostituire la flora batterica, a riparare i tessuti danneggiati e a rendere più efficiente l’immunità locale.
- Leakygut si focalizza sul “leaky gut”: contiene glutammina, colostro e alfa-lattoalbumina per chiudere le “fessure” della barriera intestinale, sostenere la rigenerazione mucosa e promuovere un microbiota più sano.
- Nutrigut è un prebiotico antiossidante basato su L-Glutammina, colostro, baobab, graviola e mangostano: nutre in profondità le mucose, stimola le difese immunitarie e protegge il tessuto intestinale dallo stress ossidativo, garantendo regolarità e benessere generale.
Tutti questi integratori sono formulati con ingredienti naturali di alta qualità (senza glutine e lattosio) e possono essere inclusi in un piano integrato di nutrizione e medicina naturale. Insieme a una dieta adeguata e alle misure di stile di vita descritte sopra, l’uso mirato di questi prodotti può sostenere efficacemente il riequilibrio dell’intestino, spegnendo l’infiammazione latente e favorendo la guarigione delle mucose danneggiate. In questo modo si pone la base per prevenire la cronificazione delle patologie intestinali e promuovere il benessere complessivo dell’organismo.