digiuno intermittente

Digiuno intermittente e autofagia: nuove evidenze

Primo studio umano conferma l’attivazione dell’autofagia con il digiuno temporizzato

Uno studio rivoluzionario pubblicato su The Journal of Physiology nel maggio 2025 ha fornito la prima evidenza diretta che il digiuno intermittente a tempo ristretto (intermittent time-restricted eating, iTRE) può aumentare il flusso autofagico negli esseri umani, fornendo un meccanismo biologico per spiegare come questa pratica alimentare possa ritardare l’insorgenza di malattie legate all’età.

Design e risultati dello studio clinico

Lo studio randomizzato controllato ha analizzato 121 persone con obesità assegnate casualmente a uno di tre gruppi: cure standard, restrizione calorica continua, o iTRE per un periodo di 6 mesi. Il flusso autofagico è stato misurato attraverso biomarcatori specifici in campioni di tessuto muscolare.

Dopo 6 mesi di intervento, è emersa una differenza significativa nel cambiamento del flusso autofagico tra il gruppo iTRE rispetto alle cure standard, con i livelli più elevati osservati nel gruppo iTRE. Questo rappresenta un’evidenza diretta, finora mancante, che l’autofagia può essere modulata dalla restrizione di nutrienti negli esseri umani e non solo in modelli animali.

L’analisi delle correlazioni non corrette ha inoltre mostrato una relazione negativa tra il cambiamento dell’autofagia e il cambiamento dei trigliceridi nel sangue, suggerendo che l’attivazione dell’autofagia potrebbe contribuire ai miglioramenti del profilo lipidico osservati con il digiuno intermittente.

Autofagia: meccanismi cellulari e benefici

L’autofagia (dal greco “auto” = sé stesso e “phagein” = mangiare) è un processo cellulare fondamentale di degradazione e riciclo di componenti cellulari danneggiati o disfunzionali. Questo meccanismo di “pulizia cellulare” diventa particolarmente importante durante periodi di stress nutrizionale.

I principali meccanismi attraverso cui l’autofagia promuove la salute includono:

  1. Rimozione di organelli danneggiati: in particolare mitocondri disfunzionali che producono specie reattive dell’ossigeno
  2. Eliminazione di proteine aggregate: prevenzione dell’accumulo di proteine mal ripiegate associate a neurodegenerazione
  3. Riciclo di componenti cellulari: recupero di aminoacidi, lipidi e nucleotidi per nuove sintesi
  4. Controllo qualità cellulare: mantenimento dell’omeostasi proteica (proteostasi)
  5. Regolazione dell’infiammazione: rimozione di attivatori dell’inflammasoma

Autofagia e longevità: evidenze da modelli animali

Negli studi sugli animali, l’autofagia è stata consistentemente associata all’estensione della durata della vita e alla protezione contro patologie correlate all’età. La restrizione calorica, il più robusto intervento per estendere la longevità in diverse specie, opera in gran parte attraverso l’attivazione dell’autofagia.

I pathway molecolari coinvolti includono:

  • mTOR (mechanistic target of rapamycin): sensore chiave dello stato nutrizionale, la cui inibizione durante il digiuno attiva l’autofagia
  • AMPK (AMP-activated protein kinase): attivato dal deficit energetico, promuove l’autofagia
  • Sirtuine: proteine deacetilasi NAD+-dipendenti che regolano l’autofagia in risposta al digiuno

Digiuno intermittente e terapia oncologica

Una revisione pubblicata nel maggio 2025 ha discusso come il digiuno intermittente stia guadagnando interesse crescente come potenziale strategia per supportare la terapia del cancro, principalmente attraverso i suoi effetti sull’autofagia.

Il digiuno attiva l’autofagia come meccanismo adattivo alla privazione di nutrienti, che può modulare lo sviluppo e il trattamento dei tumori attraverso diversi meccanismi:

  • Stress differenziale: le cellule normali entrano in modalità di protezione durante il digiuno, mentre le cellule tumorali, con metabolismo alterato, diventano più vulnerabili
  • Riduzione della glicemia: il digiuno riduce l’espressione dei trasportatori di glucosio GLUT1/2, rallentando il metabolismo delle cellule tumorali
  • Aumento dello stress ossidativo nelle cellule tumorali: maggiore suscettibilità ai trattamenti chemioterapici
  • Modulazione del sistema immunitario: l’autofagia nelle cellule immunitarie può migliorare la risposta antitumorale

Protocolli pratici di digiuno intermittente

Diversi protocolli di digiuno intermittente sono stati studiati:

  1. Time-restricted eating (TRE): finestra alimentare di 8-10 ore al giorno (es. 16:8, 14:10)
  2. Digiuno a giorni alterni: alternanza di giorni di alimentazione normale e restrizione calorica severa
  3. Digiuno 5:2: 5 giorni di alimentazione normale, 2 giorni di restrizione calorica (500-600 kcal)
  4. Digiuno periodico: cicli di digiuno di 2-5 giorni ogni 1-3 mesi

Lo studio del 2025 ha utilizzato il Time restricted eating, che appare più sostenibile a lungo termine rispetto a protocolli più restrittivi, pur mantenendo efficacia nell’attivazione dell’autofagia.

Considerazioni cliniche e sicurezza

Il digiuno intermittente non è appropriato per tutti. Controindicazioni includono:

  • Gravidanza e allattamento
  • Diabete tipo 1 o tipo 2 con terapia insulinica (richiede attenta supervisione)
  • Storia di disturbi alimentari
  • Bambini e adolescenti in crescita
  • Sottopeso o malnutrizione
  • Alcune condizioni mediche croniche

È fondamentale la supervisione medica, specialmente nelle fasi iniziali, per monitorare parametri metabolici e adattare eventuali terapie farmacologiche. L’idratazione adeguata durante i periodi di digiuno rimane essenziale.

Conclusioni

Lo studio del 2025 rappresenta un importante passo avanti nella comprensione dei meccanismi molecolari attraverso cui il digiuno intermittente influenza la salute umana. Ricerche future dovranno:

  • Identificare biomarcatori predittivi di risposta individuale
  • Ottimizzare protocolli per diverse popolazioni e obiettivi clinici
  • Valutare combinazioni con altri interventi (esercizio, nutraceutici)
  • Studiare effetti a lungo termine sulla progressione di malattie croniche
  • Caratterizzare il ruolo dell’autofagia tessuto-specifica

L’autofagia rappresenta un meccanismo evolutivamente conservato di resilienza cellulare che può essere modulato attraverso interventi nutrizionali accessibili, aprendo prospettive interessanti per strategie preventive e terapeutiche.

Fonti:

  • The Journal of Physiology (2025). “Intermittent time-restricted eating may increase autophagic flux in humans.” Published: May 28, 2025. PubMed ID: 40345145
  • Frontiers in Nutrition (2025). “The Role of Intermittent Fasting in the Activation of Autophagy.” Published: May 14, 2025. PMC ID: PMC12112746
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